Tribhuvan International Airport (Kathmandu)
Kakarvitta, jhapa (eastern nepal)
Birganj, Parsa (central nepal)
Kodari, Sindhupalchowk (confine nord col tibet)
Belhiya, Bhairahawa (Rupandhei, western nepal)
Jamuna, Nepalgunj (Banke, mid western nepal)
Mohana, Dhagadhi (Kailali, Far wester nepal)
Gaddhachauki, Mahendranagar (kanchanpur far western nepal
I costi sono:
per 15 giorni 30$
per 30 giorni 50$
per 90 giorni 125$
Estensioni del visto al giorno fino alla validità del visto 3$, oltre la validità 5$ al giorno.
Il visto può essere esteso al massimo per 150 giorni durante l'anno
I cittadini SAARC possono avere il visto gratis fino a 30 giorni e i cittadini indiani non necessitano di visto.
Il visto di transito per un giorno può essere ottenuto nei punti di frontiera, previa presentazione di biglietto aereo di partenza dall'aeroporto Tribhuvan, pagando 5$
l visa form si può compilare in internet http://www.online.nepalimmigration.gov.np/
Che clima c’è in Nepal? E quando andare?
Il Nepal è uno stato incastonato tra Tibet e India il cui territorio scende dalle altitudini massime della terra, coi suoi giganti himalayani oltre gli 8.000 metri, fino alle basse pianure del Terai che sono a malapena un centinaio di metri sul livello del mare. Questo ci potrebbe far intuire che le temperature che ci troviamo sono ben variegate. Nonostante tutto invece il Nepal è uno stato che ha in generale un clima mite.
Il Nepal ha fondamentalmente due stagioni: la stagione dei monsoni e la stagione secca.
La stagione monsonica inizia a fine maggio inizio giugno e finisce a fine settembre inizio di ottobre. Le piogge sono più battenti nel Terai, la fascia a Sud del paese, dove vi è un clima caldo e umido. Nella Valle di Kathmandu invece le piogge sono spesso intermittenti e non è strano trovare una settimana di sole anche in luglio o agosto, anche se minacciata da grosse e basse nubi plumbee che girano attorno nel cielo. La temperatura comunque è calda ma gradevole. In questa stagione non è consigliato mettersi a fare un trekking perché il più delle volte può rivelarsi pesante camminare tra il fango e anche perché in questi mesi di solito le montagne non sono visibili perché le nubi basse ne coprono le alte vette. E’ bello invece dedicarsi alle visite culturali delle antiche capitali e dei villaggi che sono circondati dal verde acceso delle risaie punteggiate dai colori sgargianti dei saree delle donne. L’unica regione che è secca anche in periodo monsonico è il Mustang. Il piccolo regno tra le montagne. Qui ci si può anche cimentare in un trekking senza bagnarsi anche nei mesi estivi.
La stagione secca inizia a ottobre e finisce a maggio. Le temperature più basse sono tra fine dicembre e febbraio incluso. Tenete conto che comunque nella Valle di Kathmandu, anche se è a una quota tra i 1.300 e i 1.400 metri, di notte si va raramente sotto lo zero e praticamente non nevica mai. E’ successo qualche anno fa ed è stato un evento di portata nazionale visto che a Kathmandu non nevicava da più di 60 anni. Quindi tutto sommato i nepalesi della Valle godono di un inverno con ottime temperature rispetto al nostro. A me è successo di stare a mezze maniche in capitale durante il mese di dicembre.
In alta montagna invece il termometro scende ben volentieri e bisogna coprirsi con un buon piumino e attrezzarsi ad affrontare notevoli escursioni termiche nel corso della stessa giornata.
Durante la stagione secca però da aprile a maggio si registrano le temperature più alte in assoluto e l’afa è davvero tanta ovunque. In questi due mesi solitamente si fanno la maggior parte delle grandi spedizioni di ascesa agli 8.000, proprio perché sono i mesi più secchi e caldi. In Terai si boccheggia e il caldo è davvero fastidioso. La fascia a sud del paese al confine con l’India è la zona che ha le temperature più alte in ogni stagione.
Questa fascia di terra che è per lo più pianeggiante ha un clima tropicale molto simile a quello che si trova in India mentre invece la valle ha un clima mite d’inverno con un caldo più che sopportabile d’estate. Insomma un piccolo paradiso.
I mesi migliori per visitare il Nepal sono ottobre e novembre, quando il monsone è finito, il cielo è terso, le temperature sono miti e le montagne si vedono a perdita d’occhio. In questi mesi le rotte dei trekking sono molto battute, soprattutto quelle che partono da Pokhara verso la regione dell’Annapurna. I colori dominanti sono l’ocra e i marroni della terra dove è appena stato colto il riso e il bianco delle cime dell’Himalaya che finalmente si fanno vedere. Questi mesi sono comunque ottimi anche per recarsi a sud nel Terai per visitare i parchi e le riserve naturali delle grandi pianure, dove finalmente non c’è così caldo e il sole è più che sopportabile. Resta inteso che è comunque un paese che può essere visitato tutto l’anno.
Qui il sito ufficiale per la meteorologia in Nepal
http://www.mfd.gov.np/
qui un sito meteo internazionale che da le previsioni su Kathmandu
meteo a kathmandu
Quanto vale la Rupia Nepalese?
Facciamo il punto sulle rupie nepalesi (NPR) e sui costi delle attrazioni in Nepal.
Per controllare in tempo reale i tassi di cambio vi consiglio questo link dal sito www.xe.com cambio EUR - NRP
Una volta arrivati...quanto costa girare e visitare il Nepal?
Una corsa in taxi da Kathmandu a Bhaktapur costa sulle 1000/1200 rupie.
Affittare un auto con autista per girare in valle per una giornata lavorativa costa a partire da 4000 rupie.
Da Kathmandu a Pokhara con il bus va dalle 1100NRP in su a seconda della compagnia di bus scelta
Una guida certificata e autorizzata costa in media 3500 rupie al giorno, se invece la volete parlante italiano e molto preparata può arrivare a costare fino a 4000 rupie.
Una guida trekking certificata e autorizzata costa un minimo di 2000 rupie al giorno e un portatore minimo 1500. Se volete una guida trekking che parli italiano non la pagherete meno di 4500 rupie al giorno.
La Tourist Card per accedere al centro storico di Kathmandu Durbar Square costa 1000 rupie.
La Tourist Card per accedere all’interno della città di Bhaktapur costa 1500 rupie o 18$.
La Tourist Card per entrare nella Durbar Square di Patan costa 1000 rupie (Patan Museum incluso), per gli altri templi spenderete altre 1000 rupie per gli ingressi
L’ingresso a Pashupatinath costa 1000 rupie
Swayanbunath 200 rupie
Bouddhanath 400 rupie
Panauti 300 rupie
Gokarna Mahadev 100 rupie
Changu Narayan 300 rupie e il museo 200
Kokhna 50
ManaKanama cable car 25 USD
Mountain Museo a Pokhara 350 rupie
Lumbini 200 rupie
e l’artigianato locale?
Oramai gli artigiani veri sono pochi e non sempre sono sulle “rotte turistiche” quindi può essere carino riassumere che c’è di tipico e dove sta.
Comunque, per gli appassionati dello shopping sfrenato il tempio degli acquisti è il quartiere di Thamel a Kathmandu. Qui si trova di tutto e di più. I souvenir che ogni amante del ricordino vorrebbe avere a casa propria.
Come ci arriviamo? Fatevi lasciare col taxi in Durbar Marg, che è una delle vie shopping inn di Kathmandu. Qui trovate negozi in stile occidentale e dei famosi brand “nostrani” anche parecchio costosi. Proseguite verso Palazzo Reale fino alla fine del vialone, se voltate a destra dopo un centinaio di metri, gli amanti dell’abbigliamento outdoor troveranno Sherpa, un negozio bellissimo ma caro, invece se voltate a sinistra in Narayanti Path/Thridevi Marg inizierete a trovare le prime bancarelle, che vendono bandiere, teli colorati rafficuranti l’Om o Ganesh o disegni Hippies, sulla destra troverete il noto Store delle The North Face, una bella libreria specializzata nel Tibet e via via ecco che sarete in Thamel: gioiellieri, speziali, negozietti che vendono cose di lana, negozietti di T-Shirt, potete perdervi tra le viuzze girando a destra o sinistra e troverete negozi di tutti i tipi, alternati a pub alla moda dove fare uno spuntino, bere un tea sul terrazzo o immersi in giardini verdi e fioriti.
Solitamente il viaggiatore resta un po’ disorientato nel vedere tutto sto caos di negozi, oltre al fatto che Thamel ha vie piccine, senza nessun nome o numero civico ben visibile e trafficate da taxi, moto, rikshaw strombazzanti.
Quindi, come punto di partenza per chiarirvi le idee, consiglio di andare da Pilgrims Book Store che sta in Thamel vicino alla Kathmandu Guest House. Qui trovate esempi di tutto ciò che il Nepal può offrire a livello di souvenirs e artigianato locale. Ovviamente i prezzi sono alti, spesso più del doppio di quelli dei negozietti tradizionali, e non sono trattabili, ma vi serve per avere un’idea di cosa potrebbe piacervi e di cosa eventualmente cercare nei negozietti del paese per poi partire con il vostro shopping. Ovviamente questo negozio sarà il vostro tempio se amate i libri. Ha dei testi fantastici!
Ora vedo però di anticiparvi che c’è da comprare in Nepal.
– Berrettini di lana colorata e tradizionali. I migliori hanno il rivestimento interno di pile, quelli più originali, hanno la forma di teste di animali (elefante, gallo, orso, scimmietta, e quant’altro). Invece i famosi “topi” (sì in nepali i topi sono i berretti tradizionali fatti a forma di bustina) sono fatti con stoffe colorate con motivi geometrici che un tempo corrispondevano a determinate caste e famiglie (un po’ come i tartan scozzesi). I Negozi o bancarelle che vendono questi articoli li trovate a Thamel (Kathmandu), a Bhaktapur nel circuito, e a Patan.
– Spezie e Tea. I negozietti degli speziali, sono ben riconoscibili, vedono tutti i tipi di chilly, curry, anice stellato, cumino, cardamomo, tea bianco, verde, al gelsomino, al rododendro, il famoso preparato per il tradizionale masala tea. Hanno confezioni preparate in graziose borsine di seta colorata o in scatoline di legno o altri materiali colorati, oppure vendono le spezie e i tea a peso e li confezionano al momento in buste sigillate sottovuoto. Li trovate un po’ ovunque. Io vado alla fine di Thridevi Marh da Pure Tea e Spices Shop o a Chhetrapathi a Kathmandu o a Bhaktapur in Tachupal Tole, ma ce ne sono davvero un sacco.
– Pashmine, lane pregiate e oggetti in lana cotta: ci sono negozietti di kashmiri che vendono stole, magliocini e giacche ricamate di lana e borse di cuoio tipiche della regione indiana del Kashmir e i cui proprietari affermano che loro vendono la vera pashmina e negozietti di nepalesi che vendono stole di lana e che affermano che sono loro ad avere le pashmine autentiche Sono uno dietro l’altro in Thamel. Poi ci sono molti negozietti che vendono ciabatte, pantofole borsette e quant’altro di lana cotta colorata. anche collane.
La Pashmina originale è una stola di lana leggerissima solitamente di tinta naturale (color beije o tonalità dal panna al marroncino) che è tessuta con filo di lana presa dal sottogola delle caprette himalayane. Il filo è talmente caldo e sottile che la pashmina una volta tessuta, nonostante abbia una notevole superficie da essere sufficiente a essere portata come vero e proprio scialle, se la si arrotola, riesce a passare tutta intera attraverso una vera nuziale. Quindi soffice, leggera, caldissima e poco ingombrante. Nei negozi troverete anche quelle a filo misto. 10% pashmina e 90% seta, 30% pashmina e 70% seta e così via. Con un po’ di pratica riuscirete a distinguere le originali al tatto, per morbidezza e sottigliezza e calore sviluppato sulla pelle. Ma non è semplice. Ovviamente anche il metro prezzo aiuta. Se vi sparano più di 45 euro e non scendono fateci un pensierino. Io ne ho molte e il negoziante di cui mi fido sta a Bhaktapur all’inizio di una vietta che sta in Durbar Square, perpendicolarmente alla Golden Gate. Ovviamente non è per niente economico.
– T-Shirt, abbigliamento freak oppure abiti tradizionali. Chi non desidera avere una maglietta personalizzata, originale, magari con su il tragitto del trekking appena faticosamente concluso e i vostri nomi in bella vista sotto i profili dell’Himalaya?
In Thamel ci sono un sacco di negozietti i cui proprietari, muniti di macchine da cucire, ricamano T-Shirt personalizzate e quant’altro (io mi son fatta ricamare lo zaino con la bandiera del Nepal per 250 rupie).
Ci sono inoltre negozi che accatastano materiale e abiti tecnici da trekking di marca e finti, cinesate improponibili, negozi di abiti freak dove potete acquistare le classiche camicie di garza di cotone a righine, i pantaloni indiani colorati, vestitoni da figlia dei fiori, casacche. Tutto di ottimo cotone o seta.
Secondo me, chi ha tempo e voglia può fare l’esperienza di andare da un sarto o da una sarta per farsi cucire un abito su misura. Per gli uomini il Daura Suruwal, la classica casaccona bianca o beije simile alla Salwar Kamiz indossata con il tipico gilet nero su pantaloni tradizionali in tinta. Per le donne la Kurta, anche questa una sorta di Salwar Kamiz femminile a maniche corte molto colorata, portata su pantaloni larghi arricciati e con le spalle coperte dal classico foulard in tinta coi pantaloni, oppure il saree o il cholo, una particolare camiciola con motivi tradizionali colorati legata sul petto e sul lato con dei fiochetti.
Ovviamente ci sono anche gli immancabili saree. Li trovate di cotone, di seta, broccato, ce ne sono per tutti i gusti. Ricordate che il roso è il colore del matrimonio e il bianco del lutto. Quindi fate attenzione a quello che comperate. Troverete anche saree neri, con in fondo una fascia rossa. Questi sono i saree tipici dell’etnia Newari, la principale etnia della valle di Kathmandu.
– Oggetti in carta pesta e carta in generale. Qui a me si è aperto un mondo.
In Nepal la carta pesta è molto utilizzata. Ci fanno vassoi, sotto bicchieri, scatoline, scatolette, cornici, specchi, maschere e i tradizionali burattini a doppia faccia, da un lato il demone dall’altro Ganesh. Sono meravigliosi. In Thamel ne trovate per tutti i gusti. Io sono affezionata al Mithila Woman Handicraft di Thamel. Il luogo tradizionale per le maschere di cartapesta però è il villaggio di Thimi che sta appena fuori Bhaktapur, qui trovate laboratori uno dietro l’altro che fanno opere davvero belle.
Per quanto riguarda la carta, a mio avviso è da visitare il laboratorio/negozio che sta a Bhaktapur in Tachupal Tole, avendo il tempio di Dattatreya di fronte, il laboratorio sta a destra sulla piazza. Qui potete vedere tutto il processo di fabbricazione dei fogli di carta, fatti per lo più con carta riciclata, fiori e foglie. L’artigiano fa pezzi bellissimi, tra cui lampade, lampioni, carte da regalo decorate, calendari e veri e propri dipinti si carta e quant’altro.
– Sculture in legno. Trovate un po’ ovunque negozi che vendono sculture in legno. Il centro più importante per questo tipo di cose è Bhaktapur, dove c’è la famosa Finestra di Pavone. Qui l’intaglio del legno ha una storia che si perde nei secoli. Troverete portali, finestre intagliate, o semplici oggetti tradizionali.
– Dipinti tradizionali e Dipinti Sacri. In Nepal ci sono molti negozi di pittori, soprattutto a Bhaktapur e a Bungamati (qui davvero splendidi), ma anche a Pokhara e a Swayambunath, il colle sopra Kathmandu. I dipinti che troviamo sono scene agresti o montane, molto belle oppure divinità dipinte secondo tradizione, scene di letteratura epica induista o semplici ritratti.
Per quanto riguarda la pittura Sacra leggete qui
a mio avviso è carino andare a visitare delle scuole di Tangka, che sono appunto dipinti di mandala Buddhisti Tibetani miniati. Ne trovate sulla piazza di Bouddhanath (quella tonda dello stupone Giallo) che è notoriamente centro di cultura Tibetana, oppure sulla stradina che dalla Durbar Square di Bhaktapur va verso la Porta Nord. Ma ce ne sono molte altre.
– Artigianato Buddhista. Comprende cimbali, gong, tappeti, ruote di preghiera, bandiere di preghiera, campane tibetane, sculture di metallo o in pietra, mobili antichi, portali, finimenti per bestaime 8e sì sono molto gettonati) insomma un sacco di cose per cui uno si perde. Il grosso lo trovate a Bouddhanat nella piazza dello Stupa.
Meritano menzione a parte le campane tibetane. In Thamel ce ne sono di tutti i tipi, e sono per lo più fatte in serie e di scarsa fattura. Il posto che merita una visita, se non altro per vedere quali sono quelle vere e quali quelle fasulle è a Patan. Un tempo si doveva entrare nel Golden Temple, e una volta nel chiostro, tenere la sinistra e in fondo al porticato varcare la piccola soglia che da su un ampio cortile. Qui sulla sinistra c’era una piccola botteguccia di un artigiano piccino anche lui, che aveva le campane tibetane forgiate a mano e quelle fatte in serie, faceva ascoltare la differenza della limpidezza dei loro suoni e raccontava la loro storia. ora la sua botrtega è lì vicino in un palazzo più moderno e merita una visita.
– Gioielli, monili e braccialetti tradizionali. In Nepal ci sono delle chicche interessanti. Troverete bellissimi monili d’argento con turchesi e coralli, tipici dell’Himalaya. Stando in tema con le indicazioni sopra, accanto alla bottega delle campane tibetane, per gli appassionati di gioielli e pietre intagliate, c’è la bottega dell’Intagliatore della famiglia reale. Passate anche solo a vederla. Non vi dico di fare shopping qui, perché i prezzi sono davvero alti, ma per la pregevolezza degli intagli e la meraviglia delle pietre preziose usate per questi gioielli che sono pezzi unici, il negozio merita di essere visto.
Braccialetti tradizionali. Premesso che io ci vado matta e ne ho una scatola piena, ora si stanno diffondendo anche da noi in Europa, ma fino a qualche anno fa si faceva fatica a trovarli. I tradizionali Chura sono braccialettini di vetro colorato, alcuni decorati con pietruzze che vengono portati numerosissimi sugli avambracci delle donne indù. Si dice che siano semplici finimenti per le danze o che siano nati per essere indossati dalle contadine, e che mentre lavoravano nei campi, col loro tintinnio, facessero scappare i pericolosi serpenti.
– Coltelli tradizionali. Il Nepal è famoso per i guerrieri Gurkha che combatterono accanto all’armata inglese durante la colonizzazione britannica in India. Questi baldi uomini portavano il curvo coltello tradizionale, lungo una quarantina di centimetri, il khukuri. In thamel e un po’ ovunque ci sono negozi che li vendono. Fatevi rilasciare documento di trasporto e ricordatevi, quando tornate di metterlo nel bagaglio da stiva, debitamente impacchettato.
Sicuramente ho dimenticato qualcosa, e nel caso lo aggiungerò sotto.