mercoledì, ottobre 26, 2022

I Mandala a Tihar nella cultura Newa e in quella Mithila

Nelle comunità di Newa e Mithila, anche i mandala sono una parte importante del festival di Tihar, oltre alle famose luci.

Nella maggior parte delle famiglie, i festeggiamenti iniziano al tramonto. Ma prima che le campane del culto inizino a suonare e le luci si accendano, nelle comunità Newa e Mithila, per lo più le donne si impegnano a disegnare mandala, ma seguono metodi e interpretazioni diversi.

In entrambe le comunità, i mandala sono un mezzo di espressione religiosa e culturale e sono sempre presenti in quasi ogni puja, digiuno o celebrazione

 

In ogni religione il mandala ha il suo significato. Nella filosofia buddista, rappresenta il principio e i confini della vita. Spiega come funziona l'universo.

 

Nella cultura Mithila, i mandala detti anche aripana erano originariamente disegnati durante Tihar per scopi decorativi, ma nel tempo sono diventati più religiosi e tradizionali

Vediamo come sono tradizionalmente nelle due culture

 

NEWA

Nella cultura newa durante la Maha puja, che si osserva il quarto giorno del Tihar, il mandala disegnato durante la cerimonia rappresenta il corpo umano, che è il tema principale della festa: il culto di sé, inteso come preghiera per se stessi, che è il significato proprio della Puja che si tiene in questo giorno

 

I membri della famiglia, in particolare le donne, puliscono e strofinano il pavimento poi di dispongono i posti a sedere su una stuoia per la puja in modo tale che ogni membro della famiglia abbia il suo posto e il suo mandala.

 

All'inizio si disegna la base del mandala usando la farina di riso. Mentre alcune famiglie la usano nella sua forma originale, alcune mescolano la polvere rossa o gialla alla farina. I disegni sono solitamente due triangoli sovrapposti all'interno di un cerchio. Molti tracciano anche vari disegni con modelli disponibili sul mercato, ma è importante sapere che il significato del mandala è evidenziato dai componenti all'interno del mandala stesso piuttosto che dal design

il mandala dovrebbe essere formato da tyah (riso secco), soia nera, riso non decorticato, "rato mas" (lenticchie rosse) e "ankhey" (riso non lucidato), in sequenza in cinque cerchi concentrici.

In particolare, nella cultura buddista Newar, i mandala rappresentano la relazione dei cinque sensi - vista, suono, olfatto, gusto e tatto - con la mente, e sono manifestazione dell'universo dentro di noi che funziona grazie ai cinque elementi della vita: terra, acqua, aria, spazio e fuoco.

Rappresentano anche i cinque Buddha celesti: Vairochana, Akshobhya, Ratnasambhava, Amitabha e Amoghasiddhi.

Questo è per quanto riguarda i mandala disegnati sia durante Mha puja che Bhai Tika. 

Alcune famiglie indù durante Mha Puja e Bhai Tika realizzano anche un mandala con cinque cerchi concentrici con potay (polvere di marmo), sinah (polvere rossa vermiglio), dhaan (riso non mondato), fiori e taa: (riso arrostito) adorando i chakra.

Ma per Bhai Tika, il disegnare dei mandala è anche legato al mito di che racconta di una sorella maggiore che contratta per la vita del fratello con Yama, il dio della morte. Al centro del mandala, il primo cerchio è costituito da uno stoppino imbevuto di olio. Secondo la leggenda, la sorella aveva chiesto al dio della morte di aspettare che l'olio finisse di bruciare prima di portar con se il fratello, ma lo stoppino non si spense, e Yama dovette andarsene a mani vuote.  Queste interpretazioni rendono i mandala più interessanti, anche se sono principalmente usati come un modo per comprendere la spiritualità della propria esistenza.

Al giorno d'oggi, le persone hanno iniziato a usare colori diversi per decorare i mandala, ma indipendentemente dallo sforzo e dal tempo impiegato per realizzarli, la tradizione vuole che vadano distrutti alla fine della puja, a significare l'impermanenza di tutta l'esistenza fisica.

 

MITHILA

 

Nella cultura Mithila si utilizzano “elementi umidi” a differenza dei mandala disegnati nella cultura Newar che utilizza colori secchi e vari materiali al suo interno, gli Aripana infatti sono fatti di pithaar, una sottile pasta bianca a base di riso che è stata messa a bagno durante la notte e si compongono di disegni, illustrati sul pavimento della casa, per lo più all'ingresso.

Vengono disegnati con le mani usando solo l'anulare, che è lo stesso dito usato durante le puje per dare le benedizioni

 

Ci sono alcune cose da tenere a mente durante la preparazione degli Aripanas. Tutte le raffigurazioni dovrebbero essere a doppia linea, non singole perché tutto viene meglio in coppia, piuttosto che da singolo, come nella vita

 

Gli aripanas sono disegnati principalmente col rosso, il bianco e il giallo, considerati colori puri e di buon auspicio nell'induismo. La base di tutto il colore è , come vi scrivevo prima, il pithaar, che è bianco. Per preparare il colore rosso si aggiunge al pithaar del vermiglio (sindoor) e per ottenere il colore giallo si mescola la polvere di curcuma. È considerato di cattivo auspicio fare un Aripana senza sindoor, motivo per cui spesso il sindoor viene aggiunto immediatamente al modello una volta realizzato.

In particolare durante il Tihar vengono prodotti tre tipi di Aripana: Astadal Kamal, Laxmi Charan e Chumaan Aripana. 

Astadal Kamal è un'illustrazione molto semplice di un loto a otto petali. Può essere fatto sempre e ovunque. Si crede che Vishnu sieda su un loto con otto petali. Disegnando un Astadal Kamal, lo si invita a venire casa.

 

Allo stesso modo, Laxmi Charan, che letteralmente si traduce “le orme di Laxmi”, è fatto per invitare la dea della ricchezza e della prosperità nelle dimore delle persone. 

 

Gli Aripana Chumaan sono invece fatti per le cerimonie in cui gli anziani benedicono i giovani e, a Tihar, sono fatti per Bhai Tika. Questo Aripana è costituito da un motivo rettangolare che viene utilizzato come seduta e da una foglia di betel decorata, con una corona chiamata "murhi", una coda chiamata "puchhi" e un dio al centro.

 

Le foglie di betel e il pithaar sono segni di prosperità e buon auspicio. Quindi combinarli entrambi sotto forma di Aripana è come invitare entrambe le cose a casa.

Gli Aripana sono anche un modo per mostrare rispetto per le persone e la cultura locale, e farli è un modo per onorare le tradizioni. Oltre a ciò, gli Aripanas sono anche un simbolo di amore e rispetto, ad esempio, vengono disegnati nel cortile o sulla porta di casa per accogliere gli ospiti

Sebbene ci siano differenze fondamentali in queste due culture sul metodo di disegno dei mandala e sulle loro interpretazioni, entrambe le culture prendono molto sul serio la sacralità del disegno. Si astengono dal toccare i mandala con i piedi o dallo spazzarli via con una scopa. I mandala possono essere distrutti solo con un panno pulito e acqua santa, e lo si fa almeno un giorno dopo averli disegnati.

martedì, ottobre 11, 2022

La bandiera del Nepal

Oggi vi racconto un po' della bandiera nepalese e del suo significato

ll Nepal è sempre stato un regno indipendente, uno stato sovrano e con orgoglio ha la sua bandiera tradizionale, il cui design di base risale a secoli fa quando il re Prithvi Narayan Saha unificò il paese ma la bandiera attuale è stata adottata nel 16 dicembre 1962 quando fu formato il governo costituzionale

È l’unica bandiera al mondo a non avere forma rettangolare, ma è formata dall'unione di due triangoli che un tempo erano i due vessilli delle antiche dinastie dei Rana e degli Saha e rappresentano le due principali religioni, l'induismo e il buddismo. 

Teniamo presente che la bandiera triangolare rossa è stata un simbolo indù di vittoria sin dai tempi del Ramayana e del Mahabharata.

Alcuni dicono che la particolare forma della bandiera nepalese derivi dal taglio trasversale del tetto di una pagoda o, come sostengono molti, stia invece soprattutto a simboleggiare le vette dell’Himalaya.


Il colore di sfondo è cremisi, il colore nazionale del Nepal, il colore del rododendro, fiore nazionale ed è anche il colore simbolo del coraggio del popolo nepalese e dei guerrieri Gurka, i valorosi soldati nepalesi

Il bordo un blu scuro invece è simbolo della pace, della saggezza e dell'armonia che prevale nel paese sin dall'età di Gautama Buddha, che notoriamente si dice sia nato in Nepal, a Lumbini.

Entrambi sono colori popolari nell'arte e nella decorazione nepalese da sempre.


Nel segmento superiore della bandiera c'è una luna bianca crescente che emette otto raggi, con una mezzaluna attaccata in basso, questo è il simbolo della casa reale degli Saha, discendenti dei Chandravanshi, fondatori del regno

Nel segmento inferiore compare invece un sole bianco stilizzato con 12 raggi, simbolo dela dinastia Rana, discendenti degli Suryavanshi, dinastia a cui appartennero i primi ministri fino al 1961.

La luna simboleggia anche il fatto che i nepalesi sono pacati e calmi, mentre il sole simboleggia la loro fiera determinazione. La luna simboleggia anche il clima fresco dell'Himalaya, mentre il sole simboleggia il caldo e l'alta temperatura nella parte meridionale del Nepal.


Questi due simboli esprimono anche la speranza che il paese possa avere la stessa longevità del sole e della luna o che il Nepal viva e duri per sempre come il giorno e la notte.

In origine, sul sole e sulla luna erano rappresentati i tratti del viso in rosso ma l'attuale bandiera,  istituita con la nuova costituzione del 16 dicembre 1962, ha omesso questi dettagli

mercoledì, ottobre 05, 2022

Vijaya Dashami, il decimo giorno di Dashain

Vijaya Dashami, è il decimo giorno e il giorno più importante del festival di Dashain. 

I devoti induisti ricevono la tika, una miscela di rosso vermiglio, yogurt e riso e la jamara, i semi di orzo, grano, mais e riso piantati il primo giorno del festival (Gataspathana) e germinati nei 10 giorni successivi, accompagnati dalle benedizioni degli anziani. Alcune comunità offrono e ricevono anche la tika di colore bianco. Dal Giorno di Vijaya Dashami a Kojagrat Purnima le persone possano ricevere e offrire la tika, ma il momento più propizio per riceverla di solito è oggi, a un orario specifico designato e comunicato dai Bramini ai fedeli secondo il Nepal Panchanga Nirnayak Samiti (NPNS). 

Durante il Dashain, per i primi nove giorni, la dea Durga e le sue manifestazioni vengono adorate mentre il festival viene celebrato in commemorazione della vittoria del bene sul male. La Tika e la Jamara sono considerati doni di buon auspicio della dea Nava Durga e vengono donati a partire dal decimo giorno.

 Secondo la mitologia induista, c’era un demone di nome Mahishasur che diffondeva l'orrore attaccando Trilok (i tre mondi del cielo, della terra e dell'inferno). Gli dei non furono in grado di sconfiggerlo poiché il demone aveva ricevuto un dono che gli impediva di essere ucciso da "un uomo o un animale". Solo la dea Durga riuscì a sconfiggerlo, portando il bene a vincere contro il male. Si ritiene che i primi nove giorni di Dashain rappresentino la continua lotta tra vizio e virtù. Il decimo giorno è celebrato come il giorno propizio della vittoria. Allo stesso modo, secondo un'altra credenza indista, in questo giorno, il Signore Ram di Ayodhya sconfisse Ravana che aveva rapito sua moglie Sita, riportando così equilibrio e serenità nel regno. 

Come sappiamo il Nepal è fatto da molte genti e popoli che convivono insieme e che interpretano e vivono le festività ognuno con la sua tradizione. Ad esempio i  Newar celebrano Mwohni in questo giorno. Oggi viene offerto e ricevuto un Mwohni tika noto anche Mwohni Sinha (un tika nero), accompagnato con la tika rossa insieme alla jamara e kokha (pezzi di cotone bianchi e rossi). I Newar interpretano Mwohni come il festival in cui adorano la presenza divina nella loro anima. La comunità Marwari invece esegue la Durga Puja durante il Dashain e adora Durga come la dea della Shakti o dell'energia. 

Dashain è caratterizzato da molta devozione e fervore. 

Tutti festeggiano pregando, mangiando delizie, vestendosi con abiti nuovi e culturali e rallegrandosi in compagnia di familiari e amici.

martedì, ottobre 04, 2022

Mahanavami, il Tempio e il culto di Taleju

Oggi è Mahanavami e i fedeli a Kathmandu visitano il tempio di Taleju, che è aperto una volta all’anno proprio per questa festa.

Il Tempio di Taleju Bhawani nel centro di Kathmandu spicca sempre tra i templi e i monumenti intorno a Durbar Square.  Mentre mi siedo vicino al tempio, una donna si avvicina al cancello del Taleju Bhawani e si inchina sorridente chiedendo la benedizione della dea. Le chiedo da quanto tempo viene qui , e  lei risponde che ci viene da quando era bambina. Il suo Dashain non è completo finché non viene in questo tempio. Taleju è una parte di lei e lo sarà per sempre.

Il tempio, che si ritiene sia stato commissionato dall'allora re Mahendra Malla, si trova adiacente al Museo del Palazzo di Hanuman Dhoka. 


Sono emerse molte storie sulle sue origini. 

La gente crede che il tempio sia stato costruito a forma di yantra, un diagramma mistico che si dice abbia poteri magici, proprio su suggerimento arrivato direttamente dalla dea Taleju. Secondo le leggende, la stessa Taleju Bhawani apparve alla cerimonia di iniziazione del tempio, dove arrivando sotto le vesti di un’ape. 


In origine era una divinità del sud dell'India, ma nel VIX secolo divenne la “kul deuta” (divinità della famiglia) dei re Malla. Anche quando il regno di Malla fu conquistato dagli Shah, i nuovi re adottarono Taleju come loro nuova divinità reale per dimostrare e cementare la loro legittimità al trono. Alcune persone dicono anche che a causa della presenza della dea reale, il tempio è riuscito a scampare al terremoto del 2015 solo con qualche piccolo danno.
 

Il tempio è infatti rimasto in piedi, anche se con alcune crepe. Il suo pinnacolo è crollato ma è stato restaurato e il tempio principale che si è leggermente inclinato rispetto al suo posto originale, ha però conservato la sua struttura che è stata assicurata con impalcature.

Il tempio di Taleju può essere visitato solamente dai fedeli induisti, e solo una volta all'anno, il nono giorno di Dashain, il Mahanawami. Le persone come me, possono vederlo solo dall'esterno e sbirciare i fedeli che vi entrano per la festa. All'interno, ci sono 12 copie in miniatura del tempio che circondano l'edificio principale. Ci sono altri quattro templi più in alto appena sotto il tempio principale. Le quattro porte decorative principali sono sorvegliate da leoni in pietra. All'interno del tempio principale di Taleju ci sono statue dorate che raffigurano la dea dalle dieci braccia insieme a santuari sia di Taleju Bhawani sia della Kumari, la dea vivente del Nepal.

La Kumari è considerata la manifestazione terrena della dea Taleju e ci sono diverse leggende che ci dicono il perché. Una leggenda popolare racconta di come l'ultimo re Malla Jayaprakash Malla avesse abitudine a giocare a tripasa, un gioco di dadi, con la dea. Lei gli aveva promesso di venire ogni notte a condizione che il re non lo dicesse a nessuno. Ma una notte la moglie del re vide la dea facendola arrabbiare moltissimo. Un'altra leggenda dice invece che Taleju si adirò col re perché lui ebbe pensieri impuri su di lei. Il risultato fu che Taleju prima di andarsene disse al re che se voleva vederla di nuovo e se voleva continuasse a proteggere il suo paese, avrebbe dovuto cercarla tra le bambine di casta Newar di alto rango poiché si sarebbe incarnata come una bambina tra loro.


Da allora il re Jayaprakash Malla lasciò il palazzo alla ricerca della giovane ragazza posseduta dallo spirito di Taleju, e finché non l’avesse trovata tra le piccole Newari di casta Sakya, il paese sarebbe caduto in rovina insieme a lui. L'adorazione della dea Taleju nella forma di una giovane vergine, o Kumari, è diventata una tradizione nella società Newar ed è continuata fino ad oggi. 

Come da tradizione, la dea vivente visita ogni anno il tempio nel giorno di Mahanawami durante il Dashain e ogni anno centinaia di devoti si mettono pazientemente in fila per rendere omaggio a Taleju Bhawani nel suo tempio situato a Tulasi Chowk, Hanuman Dhoka. Le file arrivano fino alla Kumari Ghar, a Basantapur, dall'ingresso principale del tempio

domenica, ottobre 02, 2022

Phulpati, vi racconto che cos'è

Il settimo giorno del festival di Dashain, una delle più importanti festività del calendario nepalese, la gente celebra Phulpati. 

Phulpati comprende due parole "phool" che significa fiore e "pati" che significa piante. 

I fedeli in questo giorno festeggiano Phulpati, portando a casa nove diversi tipi di fiori, frutta e piante per dare il benvenuto al Dashain. 

Questi nove diversi tipi di piante rappresentano tutte e nove le divinità venerate durante Navaratha (nove giorni di Dashain), che entreranno nelle case e benediranno con felicità, ricchezza e salute.

Il mix delle nove piante del Phulpati è detto Navapatrika. Navapatrika è composto da kera ko bot, darim, dhanko bala, haledo, manabriksha, kachuki, belpatra, ashok e jayanti.

Kera ko bot (stelo di banana) rappresenta la dea Brahmani (ब्राम्हणी), che dona pace alla nostra casa.

Darim (melograno) rappresenta la Dea Rakta Dantika (रक्त दंतिका ) che aiuta e benedice i fedeli in preghiera. 

Nel dhanko bala (stelo di riso) vive Lakshmi, la dea della ricchezza. 

La dea Durga abbellisce l'haledo (pianta di curcuma) e pone fine agli ostacoli. 

La dea Chamunda risiede in manabriksha (zenzero), che mette fine al male. Allo stesso modo, la pianta dello zenzero rappresenta la Dea Kalika (कालिका) che benedice l'umanità. 

In kachuki (pianta di susino) risiede la Dea del Potere. 

All'interno di Belpatra (Melo di legno) vive Lord Shiva. È il frutto preferito di Vishnu e Shiva. Nell’Ashok risiede la dea Sokarahita. 

E infine, in Jayanti vive Dio Kartikeya.


Tutte e nove le piante rappresentano dei e dee che opportunamente venerati porteranno buona salute, ricchezza e prosperità.

In questo giorno la gente porta il Phulpati nella stanza della puja (sala della preghiera). Lo stesso rituale avviene istituzionalmente anche all'interno del Dashain Ghar a Hanuman Dhoka, 

 

I bramini celebrano la festa di Phulpati trasportando il Kalash reale, la santa jamara (l'erba che viene piantata nel primo giorno del Dashain), il gambo di banana e la canna da zucchero legati con un panno rosso dalla città di Gorkha a Kathmandu.

Nella giornata si tiene anche un grande evento nel cuore della capitale, a Tundikhel. Ufficiali dell'esercito sparano con i cannoni per celebrare il settimo giorno di Dashain e l'esercito sfila in una parata per Phulpati Badhai a cui partecipano il primo ministro e i funzionari di governo del Paese.