Questo festival inizia la notte di luna piena tra il mese di Poush o Magh, il nono mese del calendario Nepalese e la celebrazione durerà fino alla prossima notte di luna piena detta Magh Shukla Purnima.
Durante questa ricorrenza, ogni sera in casa, viene recitato il Swasthani Brata Katha. Questo testo religioso Hindu, che include varie leggende legate a Swasthani e Shiva, narra anche la storia della creazione del Nuovo Mondo, delle divinità e dei demoni.
Alcuni fedeli molto osservanti, durante questo mese, fanno soltanto un pasto al giorno, ma la maggior parte pratica questo “digiuno” solo il primo e l’ultimo giorno di questo mese, ma ogni sera tutti comunque fanno la Puja e le donne sposate pregheranno per il bene dei loro mariti vestendosi di rosso, colore che per loro è sempre di buon auspicio.
Ovviamente come per ogni festa vi sono molte leggende.
La leggenda più diffusa racconta che la Dea Parvati era stata osservante durante Swasthani e il suo desiderio di avere il Dio Shiva come marito, era stato quindi esaudito. Da qui infatti molte donne celebrano Swasthani per chiedere di avere un buon marito.
Un’altra leggenda narra di Goma, che all’età di 7 anni era stata data in moglie a un settantenne, e che oltre a questa, ebbe svariate sventure, tra cui la fuga del suo primo figlio. Dopo che ebbe osservato digiuno e pregato Swasthani, le sue sventure finirono, suo figlio tornò, diventò poi un Re’ e lei ebbe finalmente una bella vita.
Al contrario sua nipote Chandrawati, che disonorò la divinità, si ammalò di lebbra sulle rive del Sali Nadi, a Sankhu, un villaggio dietro al colle di Changu Narayan. E solo dopo che lei pregò e fece digiuno, riuscì a guarire e a tornare a una vita normale.
Credendo a questa leggenda migliaia di devoti, tutti i giorni durante Swasthani, rendono omaggio alle divinità sulle rive del Sali Nadi a Sankhu, per avere esauditi i loro desideri.
I fedeli visitano inoltre i templi delle divinità citate del testo sacro durante tutto il mese per fare offerte e pregare, e ovviamente praticano le abluzioni nelle acque sacre, purificandosi e lavando via il male da se stessi.
foto @Reuters
La leggenda più diffusa racconta che la Dea Parvati era stata osservante durante Swasthani e il suo desiderio di avere il Dio Shiva come marito, era stato quindi esaudito. Da qui infatti molte donne celebrano Swasthani per chiedere di avere un buon marito.
Un’altra leggenda narra di Goma, che all’età di 7 anni era stata data in moglie a un settantenne, e che oltre a questa, ebbe svariate sventure, tra cui la fuga del suo primo figlio. Dopo che ebbe osservato digiuno e pregato Swasthani, le sue sventure finirono, suo figlio tornò, diventò poi un Re’ e lei ebbe finalmente una bella vita.
Al contrario sua nipote Chandrawati, che disonorò la divinità, si ammalò di lebbra sulle rive del Sali Nadi, a Sankhu, un villaggio dietro al colle di Changu Narayan. E solo dopo che lei pregò e fece digiuno, riuscì a guarire e a tornare a una vita normale.
Credendo a questa leggenda migliaia di devoti, tutti i giorni durante Swasthani, rendono omaggio alle divinità sulle rive del Sali Nadi a Sankhu, per avere esauditi i loro desideri.
I fedeli visitano inoltre i templi delle divinità citate del testo sacro durante tutto il mese per fare offerte e pregare, e ovviamente praticano le abluzioni nelle acque sacre, purificandosi e lavando via il male da se stessi.
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